Description
Questo libro ci porta nel laboratorio di Elena Ferrante, ci permette di lanciare uno sguardo dentro i cassetti da cui sono usciti i suoi due romanzi, L’amore molesto e I giorni dell’abbandono, offre un esempio di passione assoluta per la scrittura. La scrittrice risponde a non poche delle domande che le hanno fatto i suoi lettori negli ultimi dieci anni. Dice, per esempio, perché chi scrive un libro farebbe bene a tenersi in disparte e lasciare che il testo faccia il suo corso. Dice i pensieri e le ansie di quando un romanzo diventa film. Dice com’è complicato trovare risposte in pillole alle domande di un’intervista. Dice delle gioie, delle fatiche, delle angosce di chi narra una storia e poi la scopre insufficiente. Dice dei suoi rapporti con la psicoanalisi, con le città in cui è vissuta, con l’infanzia come magazzino di mille suggestioni e fantasie, con il femminismo. Le pagine sono densissime. Ci sono le memorie della città natale, Napoli. Ci sono brani narrativi brevi e lunghi che non hanno trovato posto nei romanzi. C’è un modo sorprendente di interrogare la memoria, i libri amati, la vita di tutti i giorni. C’è soprattutto – al centro – lo scrivere, l’affollarsi intono alla pagina di esperienze e letture. La frantumaglia è nato in buona parte da alcuni dei materiali che negli anni Elena Ferrante ha inviato alla sua casa editrice: lettere, scritti, risposte a domande di lettori e intervistatori. Il risultato è l’autoritratto narrativamente vivacissimo di una scrittrice al lavoro.
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